Da più parti indicata come una delle Regioni rampanti del vino italiano e tra le realtà più importanti della riscossa enoica del sud, la Puglia cresce trainata dai suoi grandi vini da vitigni autoctoni. Grazie ad una produzione sempre più orientata alla qualità, e sempre più vocata all’export. Come racconta la case history del Primitivo di Manduria, diventato ormai motore di un giro d’affari vinicolo da 140 milioni di euro nel 2019, grazie a 17 milioni di litri imbottigliati, per 23 milioni di bottiglie (il 92% di Primitivo di Manduria Doc, il 7,6% di Primitivo di Manduria Riserva Docg) andate sul mercato, e per il 70% all’export. Una crescita della produzione imbottigliata 12%, sottolinea il Consorzio del Primitivo di Manduria, grazie a 144 aziende imbottigliatrici di etichette di Primitivo di Manduria. Una bella evoluzione per un vino che, solo fino a pochi anni fa, era ancora considerato poco più che un vino “da taglio”.“Questa crescita - afferma Mauro Di Maggio, presidente del Consorzio del Primitivo di Manduria -; è la dimostrazione che le nostre cantine puntano sulla nostra Denominazione e che la passione dei consumatori non accenna a diminuire. Noi, come Consorzio di Tutela, stiamo puntando sempre più ad un sistema di denominazione che garantisce più qualità e più controlli sia in Italia sia all’estero. Queste attività sostengono il territorio ma soprattutto sono a fianco dei produttori che credono nel nostro brand. Altra mission - conclude di Maggio - è valorizzare l’identità vitivinicola territoriale, coinvolgimento l’intera filiera e comunicando il Primitivo di Manduria come sinonimo di vino di eccellenza”.